Giulio Cavalli
14/04/2019
A legittima difesa di parola” nasce da un’idea molto semplice, da una riflessione semplice: la parole, ciò che sono e ciò che significano, vanno difese. Le parole decifrano le ingiustizie e allo stesso tempo forniscono sollievo e strumenti di difesa contro la violenza della prevaricazione. Per quanto banale possa sembrare, oggi in una realtà globale che tende sempre progressivamente ad una riduzione concettuale e costringe sempre più alla polarizzazione su posizioni estremiste, le parole fungono da argine e da appiglio per quelle differenze e quelle sfumature necessarie ed indispensabili. Perché il rischio crescente e sempre più evidente è che le parole, svuotate del loro contenuto, poste in strumentale contrapposizione con i cd. “fatti”, possano diventare mere scatole, che una volta svuotate del tutto, riempire di merito potrebbe diventare troppo arduo, soprattutto quando l’indifferenza e il cinismo dei meri fatti le avrà totalmente degradate e futile diletto. Perciò, difendiamo la parola, con la forza, si, ma con la bellezza, l’armonia e la musica.